Tutto iniziava in una stanza del nostro primo appartamento a Columbus. Leggermente fuori dal “centro”, quel bilocale in Downtown, dava esattamente l’idea di cosa volesse dire essere sperduti nel Midwest americano. Sei in pieno centro, ma in realtà sei circondato da grandissime strade. Non c’è nessuna stradina per passeggiare, non ci sono negozi. Ma sei in centro.
Era Marzo. Il sole si vedeva poco, pochissimo. C’era spesso la neve e quasi sempre un cielo bianco, grigio… Le giornate erano tutte simili. E quando spuntava il sole prendevo la mia bicicletta e andavo al fiume. Sì, c’era il sole, ma era sempre freddo. E il lungo fiume era quasi sempre deserto. E a me andava bene. L’idea che qualcuno potesse parlarmi e la certezza che io non avessi alcuna possibilità di interazione non era affatto piacevole.
La città non aveva una forma. Non la conoscevo…
Il nostro complesso residenziale mi sembrava un albergo. Tutto così diverso dalle nostre case in Italia.
Non avevamo una caffettiera, ma un marchingegno per preparare il caffè americano.
La TV blaterava ma non la capivo, neanche sforzandomici.
L’Italia sembrava così lontana. Tanto lontana da non riuscire a visualizzarne, a calcolarne la distanza.
Tutti mi scrivevano per chiedermi come fosse andato il viaggio e quali fossero le mie prime impressioni.
Essere in America era affascinante, ma incredibilmente misterioso.
Avevo la sensazione di essere in una bolla. Quando uscivo anche solo per fare la spesa, la percezione era che qualcuno, parlando in inglese volesse rompere quella bolla, ma io potevo avvertire solo qualche piccola crepa. La bolla era sempre lì. E non c’era verso di scoppiarla.
Così è nato il blog. Per “rompere” la bolla e per “avvicinare” l’Italia. Per dare una forma alle cose, per analizzarle e per conoscerle. Sapevo che era tutto lì, che in fondo potevo imparare a capire e ad apprezzare ciò che mi circondava. Bastava solo volerlo.
Ho iniziato a scrivere, non sapendo neanche a chi mi stessi rivolgendo.
A due anni dal primo post…è tutto cambiato. O forse non è cambiato niente.
La città, la tv, il complesso residenziale, l’Italia, la lingua, il meteo, il cibo. Tutto è uguale, allo stesso posto. Nevica anche adesso che sto scrivendo. Quello che è cambiato, lentamente, magicamente è stata la mia percezione.
Quella bolla ora è una bolla di sapone che mi ha connesso a tantissime, fantastiche persone, ad un lavoro, a degli amici. Columbus ha una forma. E non sarà antica, non sarà New York City, ma a me piace tanto.
Pensandoci bene, non ricordo quando sia stata l’ultima volta che ho passeggiato lungo il fiume. Le mie giornate non sono più simili. Sono ricche, piene e colorate…anche se c’è la neve. Ma il fiume è sempre lì… Voglio tornarci presto. Non in macchina, ma in bici. E magari in una splendida giornata di sole!
ammiro tanto il tuo coraggio di buttarti in un’esperienza così… completamente nuova! ti seguo volentieri nelle tue vicissitudini oltre oceano!
"Mi piace""Mi piace"
Ciao Lauretta! Grazie mille!
"Mi piace""Mi piace"