My days

Una domanda che spesso, anzi spessissimo, i miei amici mi fanno ancora oggi è: – Come passi le tue giornate? Che combini lì? Ci sono novità?

Come se stessi su Marte e vivessi una vita parallela con novità e sconvolgimenti quotidiani. 🙂

Effettivamente una delle lievi difficoltà che si riscontrano quando vai in un Paese così diverso (non in vacanza) è di trovare l’equilibrio tra la normalità quotidiana e una realtà che di normale ha ben poco. Essere catapultati a 30 anni in un nuovo continente ha ovviamente moltissimi pregi… Una maturità che ti permette di apprezzare meglio quello che ti circonda, un senso della scoperta più definito, una voglia di costruire qualcosa di concreto. Certo è che a 30 anni il tuo bagaglio e le tue abitudini sono verosimilmente già delineate e quindi probabilmente potresti fare più fatica rispetto ad un trasferimento a 15 anni.

I miei giorni appartengono quasi tutti alla prima categoria: quella dei pregi. Mi considero fortunata e sono molto felice di avere questa opportunità. Mi sveglio spessissimo con la voglia di uscire a fotografare, conoscere, scoprire, vedere. Ho il tempo per imparare una nuova lingua e conoscere nuove persone! Provare nuovi cibi, scoprire le abitudini americane!  Io mi sento in Erasmus (e chi l’ha fatto sa cosa vuol dire…) e mi sento privilegiata per aver avuto la possibilità di farne praticamente due. Ma qui non sono in vacanza. Dopo una passeggiata al parco torno a casa e mi riscopro nel mio nuovo salotto che ha pochissimi libri in italiano e pochissime foto della mia vita. Ritrovo una tv che spesso sembra mostruosamente incomprensibile. Alle 5pm do la buonanotte ai miei e vedo a poco a poco la chat degli amici online diminuire dei suoi pallini verdi.

Quindi…cosa faccio nelle mie giornate? Quello che fanno tutti anche in Italia. Vado in palestra, faccio la spesa, leggo libri, guardo film, aspetto che mio marito rientri a casa, provo ad immaginare cosa voglio fare da grande! 🙂

Ma faccio anche altro….Sono alla ricerca velata di un equilibrio tra la spettacolarità di questa esperienza e la tranquillità della quotidianità. Tra la scoperta di quello che non conosco e la ricerca di un appiglio che mi tenga con i piedi per terra.

E’ un po’ come essere sospesi. Di sicuro affascinante, ma a volte si ha anche qualche vertigine.

😉

 

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